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  • vincenzocassanoblo

Storie da New York, il capotreno malvagissimo

Aggiornamento: 15 gen 2023




New York, stazione dei treni, duemilaqualcosa.


Un modesto tran tran di persone. Modesto, di quelli che per entità non arrivano nemmeno alle scene di Milano. Sembra un po'... chessò, Rimini. Crotone. Grosseto. Bari. Insomma c'era un po' di gente, una quantità dignitosa, ma niente di che. Lo sapete che New York non è tutta Times Square, tutta spettacolare e piena di grattacieli? Gran parte della città è tipo periferia di Roma. O periferia di qualsiasi città. Insomma una schifezza.


Comunque c'erano le macchinette dei biglietti, c'erano i tabelloni, c'erano quelli che danno informazioni che poi a volte sono anche i capitreno o capotreni o come vogliamo chiamarli quando non sono sul treno e c'era quella tipica aria tra il nero e il marroncino, tipica di New York o forse dei miei ricordi di essa.


New York del resto è in generale una città che si può descrivere come movimentata, bizzarra, a volte spettacolare a volte brutta, e piena di bontà e positività.


L'avete mai visto qualcuno, in Italia, che paga un pasto a un mendicante per strada? Io non so, forse una volta nella vita. E tre volte a New York, considerando che ci sono stato solo 10 giorni. A New York la gente è buona sul serio, mica a chiacchiere come da noi. E la gente è positiva. In Italia, quando vogliamo parlare del più e del meno, parliamo di quanto facciano schifo i politici, quanto le cose non funzionino, tipo così:


<<Eh che poi qui in questo Paese le cose non funzionano!>>

E l'altro risponde tutto felice: <<È vero! Anche secondo me non funzionano>>


<<E i politici sono tutti una razza!>>

<<È vero!! E poi la mia specifica città è la peggiore d'Italia e il mio specifico quartiere è il peggiore della mia città!>>


E tutti felici nella loro comune negatività.


In America, a parte che queste cose non si dicono parlando del più o del meno (tranne in circoli fortemente politicizzati), se vi chiedono come state e voi dice "Eh insomma, un po' stanco", loro vi diranno qualcosa del tipo "Wonderful! So you're working a lot!". Te la rigirano in maniera positiva. Che gente.


Ebbene questa parentesi era necessaria, perché il protagonista di questa storia è invece un newyorkese cattivo. Crudele.


Torniamo alla stazione dei treni.


Io e un'altra persona volevamo un'informazione da uno di quegli esseri che ti dà le informazioni. Come tutti sanno, ne esistono di tre tipi: (1) giovane e gentile, (2) di mezza età e simpatico anche se un po' cafone, (3) di mezza età e cafone e basta.


Questo doveva essere del terzo tipo. Ma era peggio.


Non ricordo che informazione gli abbiamo chiesto. Forse il binario per un certo treno, o chissà. E lui ha risposto subito, molto velocemente, pronunciando una lunga frase con un forte accento e grande velocità. Io lo guardavo incantato.


NON AVEVO CAPITO NIENTE.


E questo avveniva nel 2017. Certamente il mio inglese allora non era al livello in cui è oggi, ma ero comunque un C1 che era a New York per lavoro e che parlava tranquillamente in inglese 24 ore su 24 senza la minima difficoltà. Proprio senza la minima difficoltà. Eppure non avevo capito NULLA. Mi sono girato verso la persona che era con me, per capire se avesse capito. Ne aveva capito meno di me.


E la cosa peggiore è che il tizio aveva un sorrisetto del tipo "Lo so che non avete capito niente e non me ne importa nulla". Del resto probabilmente si capiva che eravamo turisti. Quindi quest'uomo se ne strafregava allegramente, puramente privo di empatia.


Molto diversa dalla situazione in Italia. Ricordo che nella stazione centrale di Bari, avevo assistito a questa conversazione:


Turista: <<Excuse me, where does the train to the airport depart from?>>

Capotreno: <<AEROPORTO??? BINARIO DUE!!>>

Turista: <<Ae..ro..portou. Two?>>

Capotreno: <<Sì DAL DUE, BINARIO DUE!! CHU!>>

Turista: <<Due, ok, two. Thank you>>.

Capotreno: <<Là, là, vai, binario due!>>


Insomma lei parlava in inglese educato e lui in italiano urlato e in qualche modo si capivano. Perché in Italia magari non parliamo inglese, magari non diamo da mangiare ai barboni, magari non siamo positivi, però aiutiamo sempre i turisti. Il fatto è che pure noi siamo buoni, solo che la nostra è una bontà pigra e poco motivata. Dovremmo imparare un po' da quell'aspetto degli americani. Un po' meno però dai tipacci che girano in Times Square. Magari di quelli vi parlerò un'altra volta.


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