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  • vincenzocassanoblo

Carriere e università per chi studia lingue: cosa fare e come

Quando ho scelto di studiare lingue e subito dopo essermi laureato, avevo delle idee abbastanza irrealistiche su quali e quante fossero le mie prospettive di lavoro.


Molti studiano lingue e pensano di "lavorare come traduttore/interprete per un'azienda". Si tratta in realtà di un'idea abbastanza irrealistica (può capitare, ma è molto raro che un'azienda assuma traduttori).


Cosa può fare allora uno che studia lingue? Vediamo un po' le prospettive più probabili:


Insegnamento


Se l'insegnamento vi piace e siete portati, questa è la strada più realistica e affidabile. Gli insegnanti sono richiestissimi (!!) e ancora di più in questo periodo. Non pensate solo al posto fisso della scuola pubblica: ci sono anche scuole di lingua, scuole di formazione varie eccetera eccetera.


Se volete insegnare nel pubblico dovrete avere una laurea magistrale e l'abilitazione all'insegnamento (24 cfu specifici).


Nel privato, invece, non c'è nessun requisito, ma è molto apprezzata una laurea almeno triennale e un certificato Cambridge (o di altri enti) dal C1 in su; utili a volte anche le certificazioni per insegnanti (celta, tesol ecc). Inoltre, quasi sempre vi sarà richiesta dell'esperienza pregressa. Per questo motivo, vi consiglio di iniziare sempre dalle lezioni private, magari mentre state ancora studiando. In questo modo, quando vi candiderete nelle scuole, avrete qualcosa da raccontare.


Nell'ambito privato, alcune scuole assumono, mentre con altre dovrete lavorare con partita iva. La partita iva ha i suoi difetti, ma molti la criticano anche più del dovuto: non deve spaventarvi più di tanto. Aprirla non costa nulla, se lo fate da soli, e le tasse sono sempre in percentuale rispetto al vostro fatturato. Pagherete a grandi linee il 30% di tasse INPS nel primo anno e in ogni anno in cui fatturerete più dell'anno precedente, mentre il 15% negli altri anni (questo perché in realtà le tasse inps sono del 15%, ma darete sempre un acconto dell'anno successivo e una correzione dell'acconto dato l'anno precedente se avete fatturato di più).


Le scuole private non paritarie pagano in genere dai 10 (molto comune) ai 20 euro orari (abbastanza raro). Normalmente dovrete lavorare con più di una scuola.


Mediatori culturali


Se è quasi garantito trovare lavoro come insegnante, il mediatore culturale è una figura relativamente richiesta, ma per la quale è più complesso candidarsi. Un mediatore culturale tendenzialmente lavora nelle carceri oppure nei campi migranti. Per le carceri, dovrete superare dei concorsi, mentre per i campi è utile candidarvi in prima persona dal vivo, o avere delle conoscenze.


Si tratta di un lavoro di natura sociale, in cui è richiesta empatia e capacità di comunicazione, al di là della semplice capacità linguistica. Quanto ai titoli richiesti, nel pubblico di solito si richiede una laurea in mediazione linguistica e interculturale (L-12) anche solo triennale, oppure dei corsi abilitativi da mediatore culturale, nonché di poter dimostrare competenza nelle lingue richieste, mediante colloquio o certificati linguistici. Qui è utile conoscere più di una lingua (anche se non fondamentale) e per la mia esperienza le lingue più utili sono:


1) L'inglese: molti africani parlano inglese come lingua principale e molti immigrati di ogni genere parlano inglese. Quasi sempre parlano una lingua tra l'inglese e l'italiano

2) Arabo: la lingua più comune parlata dagli immigrati che non parlano inglese è per la mia esperienza l'arabo.

3) Russo/Georgiano: anche queste sono lingue di persone che spesso non parlano inglese

4) Lingue strane: urdu, wolof, edo (sono lingue in realtà abbastanza utili da conoscere, ma le metto in ultima posizione perché spesso si riesce a cavarsela anche se queste; tuttavia sicuramente una persona che le conosce può avere una marcia in più)


Non è necessario che abbiate un livello di padronanza estrema in tutte le lingue: io per esempio conosco molto bene solo l'inglese (C2) e solo un po' tedesco e russo (A2/B1 per entrambe), con un po' di francese (A1). Ma una volta che sapete quali domande chiedere, potete cavarvela anche con lingue che non padroneggiate a pieno.


La paga per i mediatori culturali a partita iva nelle carceri è di circa 18 euro l'ora (ci sono comunque delle differenze in base alle regioni) mentre per quelli assunti (nei campi o nelle carceri) è variabile, ma di solito hanno un buono stipendio da funzionari.


Guide turistiche


Se conoscete bene la vostra città, o vi prendete il tempo per formarvi, la guida turistica può essere un buon lavoro in luoghi, ovviamente, turistici.


Per le guide esiste una specifica abilitazione e inoltre dovrete conoscere le lingue richieste. In base alla città ci possono essere richieste diverse di lingue, ma sicuramente è utile conoscere l'inglese, il tedesco, il russo, il giapponese..


Il mio consiglio è che dovreste conoscerle a un livello che sia come minimo B2, ma la sicurezza che si ottiene dal C1 in su è senza dubbio più adatta. Molti lavorano come guida con un semplice B1, ma io non lo farei mai.


Traduttore / Interprete


Per traduttore si intende chi traduce testi scritti o audio, prendendosi il tempo che serve. Un interprete è invece qualcuno che traduce sul momento (o subito dopo) per conto di qualcuno che parla. I traduttori e interpreti sono quasi sempre liberi professionisti e devono trovarsi il lavoro da soli, cercandolo su varie app, soprattutto all'inizio, ma poi creandosi un sito, promuovendolo e costruendosi un portafoglio di clienti.


Sappiate che in particolare i traduttori tendono a fare davvero la fame da liberi professionisti, per una serie di ragioni. La principale è che il loro lavoro è complesso e tecnico, ma il mercato di solito non vuole pagarlo come si deve. Immaginate di aver scritto un libro di 200 pagine. Volete tradurlo. Quanto pagherete il traduttore? Probabilmente è un libro sfigato che comprerà solo vostra zia e 3-4 persone che non vi conoscono, se vi va bene. Ma il traduttore dovrà lavorare per ore, ore e ore, per tradurlo. E non ve lo tradurrà certo per 100€! Vi chiederà qualcosa che va sulle migliaia di euro, perché ovviamente dovrà lavorarci tanto. Ma a voi non conviene, quindi o non lo tradurrete o lo farete tradurre a Ginetto il figlio del salumiere che studia lingue e si fa pagare 100€ traducendolo male. Ma voi non lo sapete che è tradotto male, perché non conoscete l'inglese (o quello che è). Per cui i traduttori sono spesso pagati poco o comunque dovete rivolgervi a persone molto benestanti.


L'interprete è già diverso, perché è un lavoro ad alto rischio di figure di puppù (del tipo che se non conoscete bene la lingua rimanete a dire ehmmmmm.....). Proprio per questo, gli interpreti sono molti in meno rispetto ai traduttori e sono di solito pagati molto di più (con tariffe orarie o giornaliere). Tuttavia, anche qui dovrete trovarvi i clienti. Se avete fortuna, potete trovare una grande azienda internazionale che ha costantemente bisogno di interpreti, ma è difficile. E potrebbero capitare lunghi periodi senza clienti.


Quanto alla formazione, sia per interpreti che per traduttori, in quanto liberi professionisti o lavoratori nel privato, non c'è nessun titolo che sia strettamente necessario. Tuttavia, in entrambi i casi dovete conoscere perfettamente la lingua e farvi le ossa anche da volontari non pagati. Inoltre, possibilmente acquisite una serie di titoli, come specifiche lauree magistrali o corsi vari, anche se in questo caso - una volta tanto - serviranno più alla vostra formazione reale che come "pezzi di carta".


La paga? La decidete voi. Su internet trovate delle tariffe standard, ma sappiate che la realtà del mercato è spesso diversa.


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